Vesti di abiti di broccato o pizzo chantilly il Dna di una “scugnizza” nata il 4 luglio e lei firmerà la sua “dichiarazione d’indipendenza” salendo in sella ad una moto per viaggiare verso il suo esordio negli anni più floridi della moda made in Italy con i suoi bozzetti collaborando con la maison Lancetti, la linea Fendissime – con indosso una pelliccia rosa di Kenzo in pandane con un’altra due ruote: la bicicletta – e diventerà una delle costumiste, scenografe e art director italiane più affermate: Paola Nazzaro.
“Era un epoca dove la password richiesta era ‘talento, creatività senza freno e stile senza pregiudizi‘ ” – e per lei che oggi fa incetta di premi e riconoscimenti per il suo lavoro sui set di film e cortometraggi è ancora così.
Disposta “a fare tutto ciò che è necessario per esigere rispetto”, così come la mamma ha sempre insegnato a lei e suo fratello, Paola Nazzaro ha coltivato il nido della sua professionalità proprio grazie all’attivià di famiglia. Il trampolino di lancio sono state le boutique dei genitori dove ha maturato una precoce esperienza nel “seguire clienti, fornendo loro stili più idonei alla loro figura”. Poi, tenendo strette le sue origini irpine-napoletane, che ella stessa definiscce “pilastri solidi di valori” che non ha mai abbandonato, così come ha sempre conservato l’anima di quella “terra impervia, aspra, ma ricca di storia e soluzioni, con la tipica ironica fierezza del Sud” – è sbarcata a Roma per studiare all’Accademia di Costume e Moda e definirsi come “Stilista di Alta Moda”.
All’inizio qualche momento di scoraggiamento non è mancato, ma poi la volontà di cercare confronti professionali l’ha guidata nell’affinare il suo intuito e – contemporaneamente – sono arrivate proposte fortunate di collaborazione come quella con il Maestro Federico Fellini nel film “Intervista” (1987, ndr).
“Ho avuto l’onore di diventare, durante le riprese, la giovane mascotte del set, disegnata nel manifesto del film da Milo Manara, tra Sergio Rubini (Fellini da giovane, ndr) e Pietro Notarianni ( il gerarca fascista, ndr). Un’esperienza formativa, fondamentale per la mia carriera: essere parte di un microcosmo cinematografico, immaginifico, entrando dalla porta principale grazie alla mia cartella di disegni, apprezzati da Fellini, sotto al braccio. E’ storia”.
La Nazzaro ha costruito, passo dopo passo, più che una carriera un vero e proprio mondo sfavillante, rutilante, che fosse la più completa proiezione del suo intimo essere e delle sue più autentiche aspettative artistiche. Un mondo fatto di sfilate e viaggi in tutta Italia, ma anche in Russia, Germania, Francia, Jugoslavia, e persone – tante persone – come la giornalista e scrittrice italiana Anna Piaggi ( famosa per i suoi articoli per “Vogue”, nella rubrica da lei curata “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi”, ndr), Beppe Modenese ( presidente onorario della Camera nazionale della moda italiana, ndr), Moschino, il popolare costumista Elio Costanzi, Giorgio Armani che – racconta con fierezza – ha conosciuto a Milano dopo aver vinto un concorso per una linea di giubotti da uomo.
La “bambina d’acciaio” ne ha percorsi di chilometri: il teatro, il cinema, tante diramazioni artistiche, affinando una notevole esperienza nei generi apocalittico, western, ma anche nell’operetta; e poi ancora la televisione creando – tra i lavori di più grande soddisfazione – l’identità stilistica di alcuni personaggi della “Tv delle ragazze” (varietà comico-satirico in onda su Rai3, ndr), presso il Centro di produzioni Rai di Torino.
“Un periodo da incorniciare – racconta ancora Paola Nazzaro – per libertà, ricchezza di materiali inediti e pura follia creativa apprezzata in un varietà al femminile ironico e irriverente”.