Beautiful Chronicles

“Boom Decoration”: rifiuti diventano installazioni artistiche di Enzo Scipione

Prendi delle sedie di legno, di quelle antiche, ma per qualcuno semplicemente vecchie e rotte, da buttare tra i rifiuti; lascia che a poggiarsi su di loro sia lo sguardo artistico del regista teatrale formiano Enzo Scipione della compagnia “Teatrarte” e ritrovati a via della Torre, nel quartiere storico di Castellone a Formia (Lt): le si potrà vedere trasformate in un “attacco d’arte del riciclo”.

Sono lì affisse ad un grande muro giallo delle sedie ri-nate in mensole, anzi per meglio dire in fioriere colorate, che impreziosiscono la bellezza del passaggio in questa strada che attraversa il cuore del borgo collinare, dalla Torre che campeggia in piazza Sant’Erasmo fino a condurre ad angoli noti e suggestivi come il “Cisternone” o l’ anfiteatro del “Cancello”, oltre che a tante piccole e antiche chiese.

L’installazione artistica di Scipione, residente del quartiere, è nata proprio nell’ambiente teatrale che anima da diversi anni, dove già da tempo – per ottimizzare gli spazi – ha la consuetudine di appendere le sedie e usarle anche come scaffali.

Poi l’intuizione. In una società dove è lecito cercare di ridurre quanto più possibile l’uso della plastica e dove è necessario, oltre che fantasiosamente stimolante, ripensare al futuro degli oggetti, dunque riciclare, è nata l’idea del messaggio artistico che veicoli non solo questi concetti, ma anche un piano di emozioni più profondo.

Nelle sedie di legno si materializza la dimensione del “ricordo” dei nostri nonni, in particolare proprio in quei vicoli di Castellone – e non solo! – agli angoli dei quali le usavano per parlare con le loro vicine nei lunghi pomeriggi d’estate. Erano i tempi in cui erano “nonni” di tutta la comunità e la loro presenza era un punto fermo per i bambini di quelle generazioni che scorazzavano in libertà sotto il loro sguardo vigile.

Nelle sedie si indetifica l’ “attesa”, che sia nelle sale d’aspetto degli ospedali o di qualsiasi altra struttura o ufficio; anche quella che abbiamo vissuto tutti nelle nostre case in attesa di avviarci alla liberazione dalla morsa di questa pandemia mondiale da Covid-19.

Le sedie sono anche “riposo”, “riflessione” e nella nostra cultura convivio attorno alla tavola, “ospitalità” quando le si lasciano un po’ discostante dal tavolo in segno di accoglienza.

“Sovrapposizione di antico e contemporaneità in un borgo che, come pochi altri, incarna lo scorrere del tempo; un omaggio a chi l’ha vissuto – al suo ‘popolo’ – che sono coloro che fanno realmente la storia dei luoghi”, ci ha tenuto a specificare Enzo Scipione.

Ma la “Boom Decoration” non finisce qui. Scipione è passato anche al recupero di vecchi infissi in legno che hanno fatto la loro comparsa in quella che doveva essere una fontana in piazza Sant’Anna, lì dove c’è la preziosa risorsa archeologica del Cisternone romano.

L’Installazione mette al centro la finestra, cornice per sua natura di ciò che è in grado di catturare nello spazio del suo vetro, trasformata nell’intelaiatura per alcune fotografie scattate e messe a disposizione dal circolo fotografico formiano “L’altro sguardo”, con cui in passato il regista teatrale ha collaborato.

Le foto ritraggono gli “sguardi” che si allungano tipicamente dalle finestre sulla quotidianità, ritraendo persone e immagini che normalmente una persona affacciata ad esse vedrebbe; le finestre sono di quelle fatte a mano, la cui abilità creatrice sta progressivamente scomparendo.

Scipione ha tinto di bianco gli infissi legnosi per infondergli una profondità astratta e lasciare che quelle ante di diverse grandezze, sistemate in quella che è diventata un’aiuola, raffigurassero, in continuità con il discorso avviato con le “sedie-fioriere”, un elemento di congiunzione tra passato, dunque storia di quel rione, e contemporaneità.

Finestre-cornici, Piazza Sant’Anna, Castellone, Formia (Lt)

Se da un lato la finestra rimanda subito agli occhi puntati sulla strada della vecchina dietro la tenda, convinta di non essere scoperta a “spiare” le altrui vite, oggi questa presa d’atto ricordata con tenerezza e un po’ di nostalgia, rimanda anche a quella volontà di interessarsi al prossimo in maniera più o meno costruttiva, ma concreta.

Il pensiero va al concetto di apertura ed accoglienza che caratterizza i popoli di mare e anche la storia della comunità formiana di Castellone – e non solo; così come contemporaneamente al suo esatto contrario la “chiusura” che abita i giorni di talune prese di posizione nei confronti del prossimo.


Così la “Boom Decoration” si fa anche critica sociale e tutto sommato, ripercorrendo la storia teatrale di Scipione, anche denuncia. La finestra è un elemento concettualmente caro al regista Scipione che tanto si è dedicato alla storia di Peppino Impastato, soprattutto col suo lavoro “Lasciati soli”, dedicato anche ad Aldo Moro: storie in cui le “finestre” pensate chiuse a condannare l’omertà e immaginate come evocative di schermi televisivi ad additare certe apparenze che si fanno per taluni sostanza, hanno avuto un ruolo importante in declinazioni avverse.

Ed ecco che allora la “finestra” è possibilità: di tenerla aperta o chiusa, di posizionare lo sguardo verso nuovi orizzonti o tenere gli occhi serrati, di praticare l’ospitalità o sigillare l’uscio di casa. La finestra è scelta e – la “Boom Decoration” di Scipione suggerisce che quella che lo “sguardo” di un quartiere come Castellone è già positivamente oltre.

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